Ftalati: nuove disposizioni UE

Con la pubblicazione del nuovo Regolamento (UE) N. 2018/2005 che modifica l’Allegato XVII del REACh, la Commissione Europea rinforza le limitazioni relative alla presenza di alcuni Ftalati in prodotti di consumo.

Limiti sulla presenza di alcuni ftalati erano già da tempo presenti nella normativa europea a tutela dei consumatori, ma erano limitati ad “articoli di puericultura”, cioè “destinati a conciliare il sonno o il rilassamento dei bambini, alla loro igiene e al loro nutri­mento o al succhiamento”; si tratta di tetterelle, succhiotti, biberon, contenitori per alimenti e posate per bambini, massaggiagengive per neonati, ecc..

Il nuovo regolamento estende la limitazione ai seguenti 4 ftalati:

  • DEHP
  • DBP
  • BBP
  • DIBP

anche ad altre fasce di prodotto e di utilizzatori. In particolare questi 4 ftalati non potranno essere presenti in quantità superiore a 0.1% del materiale plastico (il limite si applica alla somma, non solo ai singoli ftalati), in qualunque articolo realizzato (in tutto o in parte) in materiale plastificato, cioè in uno o più sei seguenti materiali:

  • il cloruro di polivinile (PVC),
  • il cloruro di polivinilidene (PVDC),
  • l’acetato polivinilico (PVA),
  • i poliuretani
  • qualsiasi altro polimero (tra cui le schiume polimeriche e la gomma) con l’eccezione dei rivestimenti in gomma di silicone e in lattice naturale;
  • i rivestimenti per superfici, i rivestimenti antiscivolo, i prodotti di finitura, le decalcomanie, le stampe;
  • gli adesivi, i sigillanti, gli inchiostri e le vernici.

Le limitazioni previste dal Regolamento entreranno in vigore dal 7 luglio 2020, ma con alcune eccezioni, specificate nell’Allegato I al Regolamento, che + disponibile come allegato a questa pagina (vedi sotto).

Gli ftalati sono stati a lungo utilizzati come plasticizzanti, cioè additivi per migliorare flessibilità e resistenza, in alcuni polimeri tendenzialmente rigidi, primo fra tutti il PVC, prima che se ne scoprissero i gravi effetti sulla salute: in particolare alcuni ftalati (fra cui quelli limitati dal regolamento di cui sopra) possono modificare il sistema endocrino mimando il comportamento di alcuni ormoni e quindi sbilanciandone la gestione da parte del nostro organismo, fino ad influenzare il sistema riproduttivo maschine e femminile e compromettere le capacità riproduttive.

La consultazione del sistema di allerta rapido dell’Unione Europea per la sicurezza dei prodotti (RAPEX) mostra che in 14 anni (dal 2005 al 2018) sono stati segnalati ben 1591 casi di presenza di ftalati nocivi in vari prodotti (di cui circa l’89% di provenienza cinese), in gran parte giocattoli 94%.

Se poi consideriamo i casi relativi ai contenitori per alimenti (rilevati dal sistema RASFF,  simile al RAPEX ma riservato al settore alimentare) scopriamo che dal 2007 al 2018 si sono riscontrati ben 108 casi di contaminazione da ftalati in contenitori per alimenti, quindi con rischio di ingestione attraverso i prodotti alimentari. 

E’ opportuno osservare che alcuni clienti, ad es. della grande distribuzione o della moda, hanno ampliato il divieto comunitario ad un insieme più esteso di ftalati; nella ricerca della presenza di ftalati nei prodotti è quindi opportuna anche una verifica rispetto ai capitolati di fornitura e non solo rispetto alle disposizioni cogenti.

Il Laboratorio CEQ è a disposizione per eseguire analisi chimiche sui prodotti per verificarne il rispetto delle specifiche cogenti o volontarie.

Per informazioni e servizi di supporto si prega di scrivere a  indicando un recapito e il settore di appartenenza: sarete ricontattati da un nostro esperto per fornire quanto richiesto.

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